Questo martedì è uscito per La Repubblica un articolo di Emanuela Stella in occasione della XIII Conferenza Internazionale sulla violenza di genere tenutasi in Campidoglio a Roma dall’11 al 13 ottobre. L’evento si tiene tenuto annualmente da Women Against Violence Europe (Wave), che coordina 4.000 centri antiviolenza in tutta Europa e che ha la sua sede centrale a Vienna, e quest’anno l'Italia è stata rappresentata dall'Associazione Nazionale D. i. Re, che coordina e gestisce 58 centri antiviolenza in Italia.
L’articolo mette in luce che “Se contro la violenza domestica il Consiglio d'Europa ha indicato la necessità di un luogo di rifugio ogni diecimila abitanti, solo 6 paesi su 44 (Norvegia, Olanda, Spagna, Slovenia, Lussemburgo, Malta) adempiono a questa richiesta. In Italia i posti disponibili sono 27mila, contro gli 80mila che sarebbero necessari, ma mancano i fondi per costituirne di nuovi”.
Un problema enorme, considerato che 2010 oltre 57 mila hanno chiesto aiuto. “Nel 2010 esistevano in tutto il mondo 2.774 centri antiviolenza coordinati dalla rete Wave: le donne che si sono rivolte a questi centri sono state 57.754, con 41.900 bambini, ma 11.460 di loro sono state respinte perché non c'era posto”, spiega l’articolo. “Rosa Logar, di WAVE Austria, racconta il caso tragico di una donna egiziana uccisa dal marito proprio il giorno in cui si era rivolta a un centro antiviolenza ed era stata rimandata a casa per carenza di posti. La violenza contro le donne è una piaga che attraversa la società e che prescinde dal livello sociale, culturale economico; le donne non sono considerate come soggetto autonomo di diritti, ma come prede, come figure a disposizione, prive di qualunque dignità”.
Condivido profondamente questa dichiarazione e secondo me questo significa che è indispensabile investire non solo in centri anti-violenza, ma anche in un’educazione globale al rispetto dei diritti delle donne e alla non-violenza. Di questo non c’è traccia alcuna nel nostro Paese, e sarebbe davvero ora che si iniziasse, magari con quei famosi 20 milioni di euro stanziati a suo tempo nell'ambito del piano nazionale antiviolenza e di cui si potrebbe fare una puntata speciale di “Chi l’ha visto?”…
Pubblico qui sotto la mappa con l’elenco dei centri antiviolenza presenti in Italia. Potete andarci di persona o fare una telefonata. Sono gratuiti e offrono aiuto e protezione alle donne e ai loro figli. Vi daranno una mano in caso di violenze, maltrattamenti, stalking e molestie. Rivolgendovi ad un centro vi permetterà anche di denunciare i vostri aggressori. Se trovate posto.
Visualizza I centri antiviolenza in Italia in una mappa di dimensioni maggiori
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