Qualche
giorno fa ho letto un articolo
di Corinna De Cesare da Il corriere della sera nel quale si
segnalava una sorta di sfida lanciata nella rete da un’insegnate di geografia, Maria
Pia Ercolini. La sfida chiedeva: “Quante strade della vostra città sono
intitolate a donne?”. Provate a pensare alla vostra città: quante ve ne vengono
in mente?
…Difficile, vero?
Ebbene, la dr.ssa Ercolini stava
lavorando per realizzare alcune guide turistiche e si è resa conto che, sebbene
fosse di Roma (e quindi non proprio un paesino in periferia), le vie intitolate
a donne ammontavano a meno del 5%: «E se escludiamo i nomi che appartengono
alla sfera religiosa, la percentuale scende ancora», specifica.
La professoressa, che insegna all’Istituto Giulio Verne,
non si è fermata all’amara constatazione però: ha aperto un gruppo su Facebook chiamato
Toponomastica
femminile per estendere l’indagine a tutto il territorio nazionale. Al
momento conta 1720 membri ed esiterà in un convegno che si terrà in autunno in
collaborazione con le università romane.
Che cosa ci rivela questa iniziativa? Che, ad esempio,
a Trieste su 1475 strade, quelle intitolate alle donne, escluse sante, madonne,
località e famiglie, sono 4. A Bari il rapporto è: 873 strade intitolate a
uomini – 57 a donne. A Torino solo 50 su 2250, vie, corsi, piazze, giardini e
parchi compresi. «Sono tutti dati ancora da verificare», spiega, «ma in genere
la media nazionale che abbiamo raccolto è sotto il 5%». Una vera e propria «misoginia
ambientale», insomma.
Sulla scorta di queste osservazioni è nata la campagna
“3 donne 3 strade” che parte oggi 8 marzo, giorno della festa della donna.
Funziona così: oggi siamo tutti invitati, uomini e donne, a mandare una
richiesta alle amministrazioni comunali per dedicare le prossime tre
titolazioni di strade a importanti figure di donne locali, nazionali e di
livello internazionale.
Secondo me è un’iniziativa lodevole e importante,
perché la città è anche nostra, e il nostro contributo va riconosciuto:
facciamoci strada!
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