mercoledì 30 maggio 2012

CI SONO ANCHE LE ARANCE


L’Orange Prize (Women’s prize for fiction – Premio per la narrativa femminile) è un prestigiosissimo premio letterario inglese assegnato annualmente alla letteratura scritta da donne. In termini economici si vince una somma pari a £30,000, a cui si aggiunge una statuetta in bronzo chiamata Bessie, ma soprattutto ciò che si raggiunge è la visibilità che da 17 anni questo riconoscimento permette di dare a scrittrici di talento che rischiano di passare in secondo piano in favore dei più celebrati autori maschi.
Si parte da una rosa ristretta di candidate, di solito nominate a marzo: possono essere di qualunque nazionalità, devono aver pubblicato in quell’anno un romanzo in lingua inglese e, chiaramente, devono essere donne. In passato a vincere sono stati nomi come Téa Obrecht (“L’amante della tigre” – 2011), Barbara Kingsolver (“The lacuna” – 2010), Marilynne Robinson (“Casa” – 2009), Rose Tremain (“The road home” - 2008) e molte altre. Si tratta di romanzi spesso più riconosciuti all’estero che da noi, che purtroppo sottovalutiamo costantemente le voci femminili della letteratura che non sia chick lit.
Quest’anno il premio ha un valore particolare, perché è l’ultimo, almeno con questo nome: la compagnia di telecomunicazioni Orange che finora lo aveva sponsorizzato infatti ha annunciato che dall’anno prossimo non se ne curerà più. Il nome commerciale è destinato inevitabilmente a cambiare quindi, ma non ci è ancora dato sapere come, visto che non è stato ancora nominato uno sponsor ufficiale che raccoglierà la staffetta della Orange.
La rosa delle candidate è la seguente: Ann Patchett, Anne Enright, Esi Edugyan, Georgina Harding, Madeline Miller e Cynthia Ozick, e il premio verrà assegnato questa sera.
Personalmente ritengo che la letteratura sia un veicolo importante della voce e della prospettiva femminile, proprio perché tradizionalmente si percepisce la prospettiva maschile come universale, perdendo quindi ciò che di diverso e altro può aggiungere la scrittura delle donne, altrettanto universale e altrettanto specifica dei quella degli uomini.
Attendo quindi con grande interesse la vincitrice, ma nel frattempo annoto anche i nomi che ancora non conosco: ancora per poco.

mercoledì 23 maggio 2012

JOSS L'AMMAZZA-SESSISMO



Vorrei condividere con voi il discorso tenuto da Joss Whedon nella cerimonia per Equality Now del 15 maggio del 2006 intitolata 'On the Road to Equality: Honoring Men on the Front Lines'. Lo so, è passato un po’ di tempo, ma certe cose non invecchiano mai, e anzi migliorano col tempo perché nel tempo la traccia che lasciano è ancora più visibile. E poi in questi giorni il successo del suo "The avengers" suggerisce la possibilità di conoscerne meglio l'autore.
Equality Now è un’organizzazione internazionale che dal 1992 si occupa della protezione e della promozione dei diritti civili, politici, economici e sociali delle donne e delle bambine nel mondo. Nel 2006 ha premiato il grandissimo Joss Whedon per il suo coraggioso sostegno dei diritti delle donne. Joss Whedon è, tra le altre cose, lo straordinario ideatore del telefilm Buffy l’ammazzavampiri, che attualmente considero il programma televisivo più femminista che abbia mai visto.
Vale la pena vedere e ascoltare il video, ma per chi non se la sentisse di affrontarlo sguarnito di “mappa”, fornisco qui una traduzione, a cominciare dalla presentazione di Meryl Streep:

Meryl Streep: Le madri sono spesso l’avanguardia delle istituzioni culturali e della trasformazione e questa sera porgeremo un tributo a Joss Whedon e ai magnifici personaggi femminili che ha ideato, ma vorremmo anche porgere un tributo a sua madre, la scomparsa Lee Stearns.
È bello quando i figli danno credito alle proprie madri per il loro successo. E ho sentito molto su Lee, le cui idee radicali sulla forza e l’indipendenza e la passione e l’empatia delle donne hanno ispirato Joss non solo a ideare Buffy l’ammazzavampiri, ma molti altri forti personaggi femminili in Firefly, Serenity e i suoi altri lavori.
Lee Sterns ha anche ispirato la creazione di questa organizzazione, Equality Now, che è stata co-fondata da Jessica Neuwirth, una delle sue… una delle studentesse del liceo favorite di Lee. Sarebbe stata molto fiera di voi, Jessica e Joss, per tutto quello che avete fatto e continuate a fare, e il suo spirito è qui con noi questa sera.
Joss ha anche una base di fan energetica ed ubiquitaria che ha organizzato raccolte fondi in tutto il Paese per Equality Now, l’organizzazione di beneficenza preferita del suo super eroe. Perciò è un mio grande, grande piacere presentarvi la persona speciale a cui rendiamo onore questa sera, Joss Whedon, l’uomo meraviglioso che ci porterà Wonder Woman. Lo lodiamo per l’eccellente contributo all’eguaglianza nel cinema e in televisione. Signore e signori, mister Joss Whedon.

Joss Whedon: Grazie. Io, io non sapevo questa sera che cosa sarebbe successo. No, sapevo che sarei stato qui, la parte su mia madre, e… e voglio solo ringraziare Meryl Streep e, e tutti, per, per aver parlato così eloquentemente di lei.

Stasera sono circondato da persone di straordinario coraggio, e io una cosa o due sul coraggio la so, perché una volta ho letto un libro in cui c’era del coraggio. E sembra qualcosa che richiede un sacco di lavoro, per cui io continuerò semplicemente a scrivere.

Io scrivo. La cosa più coraggiosa che abbia fatto è una cosa chiamata “Festa della stampa”, che è in effetti una cosa piuttosto coraggiosa, credetemi, perché vi fanno sempre le stesse domande, ancora e ancora, e ancora e ancora, e ancora e ancora. Ne ho fatte tipo 48 in un giorno, di queste interviste, e veramente, non si inventano roba nuova. Perciò, c’è una specifica domanda che mi è stata rivolta quasi ogni volta che sono stato intervistato. Così, ho pensato questa sera, brevemente, di condividere con voi una domanda e alcune delle mie risposte. Perché, quando ti viene chiesto qualcosa 500 volte, cominci veramente a pensare alla risposta. Così ora, diventerò un reporter. Sarà magnifica, la trasformazione.
Allora, Joss, io, un reporter, vorrei sapere, perché scrivi sempre questi forti personaggi femminili?
Penso che sia per via di mia madre. Era veramente una donna straordinaria, di ispirazione, tosta, cool, sexy, divertente, e quello è il genere di donna di cui mi sono sempre circondato. Sono i miei amici, particolarmente mia moglie, che non solo è più intelligente e più forte di me, ma occasionalmente anche più alta. Ma, solo qualche volta, più alta. E, penso – torna tutto a mia madre.

Allora, perché scrivi questi forti personaggi femminili?

Per via di mio padre. Mio padre e il mio patrigno c’entrano molto, perché nelle donne con cui stavano davano soprattutto valore all’ingegno e alla determinazione. Ed erano fra i rari uomini che capivano che riconoscere il potere di qualcun altro non diminuisce il tuo. Quando ho ideato Buffy, volevo creare un’icona femminile, ma volevo anche essere molto attento a circondarla di uomini che non solo non avessero problemi con l’idea di una leader donna, ma che fossero in effetti ingaggiati e attratti dall’idea. Questo mi viene da mio padre e dal mio patrigno – gli uomini che hanno creato quest’uomo che ha creato quegli uomini, se riuscite a seguire il discorso.  
  
Allora, perché crei questi, come si dice, le donne – sono in Europa ora, è molto, è internazionale – queste --- non so dove però – questi forti personaggi femminili?

Beh, perché queste storie danno forza alla gente, e l’ho sentito da parte di molte persone, e l’ho sentito io stesso, e non sono solo le donne, sono gli uomini, e penso che ci sia qualcosa di particolare in una protagonista donna che permette a un uomo di identificarsi con lei e questo apre qualcosa, che potrebbe… un aspetto di se stesso che potrebbe non essere in grado di esprimere: speranze e desideri… che potrebbe trovarsi a disagio ad esprimerli attraverso una figura di identificazione maschile. Perciò credo che veramente sia trasversale per entrambi e penso che aiuti le persone, sapete, in – in questo modo.

Allora, perché crei questi forti personaggi femminili?

Perché sono un figo.

Ma, questi forti personaggi femminili...

Perché mi state proprio facendo questa domanda?! Questa è, per dire, l’intervista numero 50 di fila. Come è possibile che questa sia proprio una domanda? Onestamente, seriamente, perché la state… perché ve la siete scritta? Perché voi… Perché non chiedete ad altre centinaia di persone perché non scrivono forti personaggi femminili? Credo che non si dovrebbe sottolineare quello che sto facendo, men che meno onorarlo, e ci sono altre persone che lo stano facendo. Ma, seriamente, questa domanda è assurda e dovete semplicemente smettere. 

Allora, perché scrivi questi forti personaggi femminili?

Perché l’eguaglianza non è un concetto. Non è qualcosa a cui dovremmo aspirare. È una necessità. L’eguaglianza è come la gravità, ne abbiamo bisogno per stare in piedi su questa terra come uomini e donne e la misoginia che c’è in ogni cultura non è una parte vera della condizione umana. È vita che non è bilanciata e questo sbilanciamento sta succhiando via qualcosa dall’animo di ogni uomo e donna che si vede ad affrontarlo. Abbiamo bisogno di uguaglianza, come dire… ora.

Allora, perché scrivi questi forti personaggi femminili?

Perché continuate a chiedervelo.  

Grazie molte per avermi incluso questa sera.

Grazie a tutti.

mercoledì 9 maggio 2012

DAME E CAVALIERE


Lunedì 30 aprile 2012 la trasmissione televisiva "L'infedele" ha proposto un momento particolarmente intenso e altrettanto raro nelle nostre televisioni ma, non ci illudiamo, anche nei nostri quotidiani e nei nostri libri. 

Si è aperto a un monologo di Lella Costa che altro non è se non una scheggia di una proposta più ampia, ovvero del suo spettacolo teatrale "Ragazze". Siccome non tutti riusciranno ad andare a vederlo a teatro, mi è sembrato importante condividerne almeno il frammento prezioso che ci ha regalato Gad Lerner pochi giorni fa, con l'accompagnamento musicale di Paolo Fresu (tromba e flicorno) e Daniele Di Bonaventura (bandoneon)

Un unico appunto personale. 
A un certo punto Lella Costa si sofferma sulla frase, che abbiamo sentito tutte più volte - "L'avete voluta la parità?!". Lei dà una risposta che io non condivido ("Veramente noi volevamo qualcosina in più, noi volevamo sancire la nostra superiorità, solo che l'abbiamo chiamata differenza per quieto vivere"). 

Ecco, io non credo che le donne siano superiori agli uomini, ma la frase "L'avete voluta la parità?!" mi offende profondamente. 
Il motivo è semplice. Ricalca le frasi che si dicono ai bambini, del tipo - "L'hai voluta la bicicletta?!"; richiama una concessione, un regalo che ci fa qualcun altro e che ora dobbiamo imparare, come dei bambini, come delle bambine, a gestire nelle sue conseguenze. 

No, io non ho voluto la parità. Io SONO pari. Non è qualcosa che ho voluto, che mi devo meritare, che mi elargite. Io come donna sono pari agli uomini, che lo voglia o no, che lo vogliate o no. 

Non è qualcosa che ci avete concesso. Siamo pari. Fatevene una ragione. 

giovedì 3 maggio 2012

DIETRO OGNI DONNA DI SUCCESSO...


Il sito Crazy Bitch Society pubblica settimanalmente una citazione a tema empowerment femminile nella rubrica "She quotes". 

Questa è la citazione di oggi: "Dietro ogni donna di successo c'è se stessa".
Magari non solo, ma penso comunque che sia vero.