L’Orange Prize (Women’s
prize for fiction – Premio per la narrativa femminile) è un prestigiosissimo
premio letterario inglese assegnato annualmente alla letteratura scritta da
donne. In termini economici si vince una somma pari a £30,000, a cui si
aggiunge una statuetta in bronzo chiamata Bessie, ma soprattutto ciò che si
raggiunge è la visibilità che da 17 anni questo riconoscimento permette di dare
a scrittrici di talento che rischiano di passare in secondo piano in favore dei
più celebrati autori maschi.
Si parte da una rosa
ristretta di candidate, di solito nominate a marzo: possono essere di qualunque
nazionalità, devono aver pubblicato in quell’anno un romanzo in lingua inglese
e, chiaramente, devono essere donne. In passato a vincere sono stati nomi come Téa Obrecht (“L’amante
della tigre” – 2011), Barbara Kingsolver (“The
lacuna” – 2010), Marilynne
Robinson (“Casa”
– 2009), Rose Tremain (“The
road home” - 2008) e molte altre. Si tratta di romanzi spesso più
riconosciuti all’estero che da noi, che purtroppo sottovalutiamo costantemente
le voci femminili della letteratura che non sia chick lit.
Quest’anno il premio
ha un valore particolare, perché è l’ultimo, almeno con questo nome: la compagnia
di telecomunicazioni Orange
che finora lo aveva sponsorizzato infatti ha annunciato che dall’anno prossimo
non se ne curerà più. Il nome commerciale è destinato inevitabilmente a
cambiare quindi, ma non ci è ancora dato sapere come, visto che non è stato
ancora nominato uno sponsor ufficiale che raccoglierà la staffetta della
Orange.
La rosa delle
candidate è la seguente: Ann
Patchett, Anne Enright,
Esi Edugyan, Georgina
Harding, Madeline
Miller e Cynthia Ozick,
e il premio verrà assegnato questa sera.
Personalmente ritengo
che la letteratura sia un veicolo importante della voce e della prospettiva
femminile, proprio perché tradizionalmente si percepisce la prospettiva
maschile come universale, perdendo quindi ciò che di diverso e altro può aggiungere
la scrittura delle donne, altrettanto universale e altrettanto specifica dei
quella degli uomini.
Attendo quindi con
grande interesse la vincitrice, ma nel frattempo annoto anche i nomi che ancora
non conosco: ancora per poco.
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