martedì 29 novembre 2011

NON C'È TRUCCO


Nell’ultimo periodo sono molte le ragazze e le donne che seguono su Youtube i video sul trucco. Sono tutorial, recensioni di prodotti, condivisioni di acquisti, suggerimenti di truccatori professionisti e contributi di ragazze e donne (ma anche uomini e ragazzi) che amano il mondo del make-up e desiderano condividerlo con altri appassionati. 

A volte alcuni filmati contengono delle riflessioni più personali. Il video che condivido con voi oggi è proprio uno di questi, girato in occasione della giornata contro la violenza sulle donne dalla ormai celeberrima Giuliana – Makeup Delight. I suoi video sono freschi, competenti e simpatici, e il suo stile capace e al tempo stesso divertente e divertito ha fatto di lei una delle principali guru italiane del tubo, tanto da sfociare in una pubblicazione sul tema. 

Questa volta però Giuliana quello stesso stile che la ha resa un punto di riferimento quotidiano per tante persone lo ha messo a disposizione di un tema davvero serio e importante. È un gesto significativo che apprezzo molto perché il numero di iscritti al suo canale è elevato, la sua voce ha autorevolezza presso chi la segue e può lasciare una traccia che messaggi magari più formali o “professoriali” non riescono a lasciare.

Un ringraziamento di cuore a Giuliana perché non si faccia mai finta di non vedere.

lunedì 28 novembre 2011

I LIBRI FEMMINISTI DA LEGGERE



Si avvicina il Natale, con pacchi e pacchetti da regalare. Per chi sta pensando di festeggiare tra le pagine di un libro e/o di regalarne uno, fioccano in questo periodo le liste dei libri più belli dell'anno e simili. I lettori della splendida rivista Ms. Magazine hanno scelto una lista dei 100 libri di saggistica che, con una grande varietà di temi, prospettive e passioni, offrono uno scorcio sul femminismo e sull’esperienza di essere donna.
Nell’elenco finale sono presenti titoli sulla comunicazione uomo-donna, sull’immagine del corpo femminile, sugli stereotipi di genere, sull’impatto delle letture femministe, sulla psicologia femminile, sull’esperienza lesbica, sulla maternità, sulla rappresentazione delle donne nella cultura pop, sulle dinamiche lavorative, sul femminile nelle religioni, sul sesso, sull’aborto, sul ciclo mestruale, sull’anoressia, etc.
In origine quindi i libri scelti erano 100. Purtroppo, la prima cosa che salta all’occhio è che solo un quarto dei lavori citati è disponibile in Italia, e parecchi dei libri che sono stati tradotti sono disponibili solo in teoria, perché fuori catalogo e non più acquisibili. Certo, il catalogo italiano offre senz’altro libri che in quello statunitense sono assenti – se non altro quelli di autori italiani -, ma il rapporto tra la produzione estera e la nostra su questo tema è davvero desolante, in termini anche solo numerici. Peraltro, alcuni testi in realtà ci sta che non li abbiamo tradotti (anche se sarebbero comunque interessanti), perché specifici della cultura in cui sono stati concepiti (vedi ad es. “The Body Project: An Intimate History of American Girls” di Joan Jacobs Brumberg, o “Century of Struggle: The Women’s Rights Movement in the United Statesdi Eleanor Flexner). Altri però costituiscono dei classici talmente fondamentali, o dei testi contemporanei talmente rilevanti nel dibattito contemporaneo che la loro assenza rappresenta davvero una voragine per il tessuto riflessivo che può intavolare la nostra cultura nazionale.
Vi propongo qui di seguito la lista dei titoli che potete trovare nelle librerie italiane, o tentare di trovare, nel caso dei testi fuori catalogo, di modo che chi avesse voglia possa esplorarli.
1.      Una storia tutta per noi. Lillian Faderman: un'antologia, di Faderman Lillian – Come si evince dal titolo, offre una selezione di saggi della storica, letterata e scrittrice lesbica Lillian Faderman, con l’intento di percorrere la storia delle molte donne che hanno amato altre donne, ciascuna nella cornice del contesto sociale del suo tempo;
2.      Con voci diverse. Un confronto sul pensiero di Carol Gilligan, a cura di Beccalli e Marcucci – Il testo propone una riflessione sul percorso intellettuale della psicologa americana esperta di differenze di genere Carol Gilligan nonché sull'impatto del pensiero della differenza sessuale nei diversi ambiti disciplinari e nella contemporaneità. Ho preso questo libro qualche mese fa, ma devo ancora leggerlo;
3.      Quando Dio era una donna, di Stone Merlin – Il libro narra la storia della Dea venerata quale saggia creatrice e fonte di ordine cosmico tra il Mediterraneo e il Medio Oriente e documenta la lunga fase del contrastato passaggio dai culti matriarcali a quelli patriarcali, culminati con il declassamento della Dea a creatura debole e depravata;
4.      Uomini si diventa, di Chabon MichaelÈ una bellissima raccolta di saggi, che ho letto e regalato, in cui Chabon riflette e si rivela come figlio, marito e padre al tempo stesso con leggerezza e profondità. Il femminismo che traspare dalle sue pagine permette di assaggiare la possibilità di una cultura di rispetto tra i sessi esposta non in modo militante, ma come parte naturale della filosofia di vita personale e familiare;
5.      Elogio del margine. Razza, sesso e mercato culturale, di Hooks Bell – Si tratta di una raccolta di dieci saggi prodotti dal 1991 ad oggi da Gloria Jean Watkins (qui nel suo pseudonimo militante);
6.      Le donne non chiedono. Perché le donne contrattano meno degli uomini negli affari, nella professione, nella vita privata, di Babcock Linda e Laschever SaraÈ una sorta di manuale pragmatico e divulgativo per migliorare la capacità delle donne di negoziare;
7.      Stone butch blues, di Feinberg Leslie – Un libro che narra le vicende transgender di Jess Goldberg;
8.      Io sono emozione. La vita segreta delle ragazze, di Ensler Eve – L’autrice de I monologhi della vagina (vedi più avanti) dà il microfono ad adolescenti di ogni parte del mondo per esprimersi nelle loro solitudini, insicurezze, soprusi, imposizioni e per esporre la falsità del mito delle adolescenti frivole e senza pensieri;
9.      Autostima. Un viaggio alla scoperta della nostra forza interiore, di Steinem Gloria – Ho una feroce antipatia verso il costrutto di autostima, per cui non penso che leggerò questo libro, ma di solito apprezzo la Steinem. Questo suo intervento vuole contribuire alla comprensione dell’importanza dell’equilibrio e del rispetto di sé per le donne;
10.  Tutto sull'amore. Nuove visioni, di Hooks Bell – Il testo cerca di offrire risposte sui temi della paura, della solitudine, della mancanza d'amore, del bisogno di spiritualità, considerando l’amore come grande motore intelligente che alimenta la speranza e tiene viva l'immaginazione di un mondo;
11.  Terra madre. Sopravvivere allo sviluppo, di Shiva Vandana – La fisica indiana Vandana ha abbandonato una sicura carriera nel programma di energia nucleare nel suo Paese, denunciandone le possibili ripercussioni sull'uomo e l'ambiente, e diventando all’istante una tra le più note attiviste del movimento ecologico internazionale nonché leader del World Social Forum. In questo libro propone un’alternativa alla globalizzazione occidentale attraverso l’ispirazione ai principi gandhiani;
12.  Fun home. Una tragicommedia familiare, di Bechdel Alison – Esatto, proprio quella del Bechdel test. In questo caso si tratta di un memoir a fumetti che racconta con la brutale onestà le tensioni sotterranee della vita familiare e i conflitti che accompagnano la presa di coscienza della propria identità sessuale;
13.  Nato di donna. La maternità in tutti i suoi aspetti. Un classico del pensiero femminile, di Rich Adrienne – Si tratta di un contributo femminista al tema della maternità nelle sue diverse sfaccettature e vicende storiche;
14.  Metà del cielo. L'oppressione delle donne è la piaga del nostro secolo e la loro liberazione può cambiare il mondo, di Wudunn Sheryl e Kristof Nicholas D. – Sono testimonianze sul tema della violenza a cui sono esposte ragazze e donne di molte parti del mondo: ragazze rapite, stuprate, forzate alla prostituzione da violenze efferate; ragazze costrette dai genitori a sposare uomini che non amano e che le considerano alla stregua di oggetti; mogli incendiate dai mariti che non le vogliono più; donne sfigurate con acidi per vendetta; ragazze vendute a bordelli, che prosperano grazie alla corruzione della polizia, …
15.  La disfatta del genere, di Butler JudithÈ una considerazione sulle norme che guidano - e falliscono nel guidare - il genere e la sessualità come vincolanti per la persona;
16.  Sui diritti delle donne, di Wollstonecraft Mary – Il testo ripercorre i secoli di abusi fisici, psicologici sociali e lavorativi delle donne da parte di quella che si può considerare come l'antesignana di ogni femminismo;
17.  Terre di confine-La frontera, di Anzaldúa Gloria;

18.  Persepolis. Ediz. Integrale, di Satrapi Marjane – il primo libro a fumetti iraniano;
19.  I monologhi della vagina, di Ensler Eve – Sono i celebri monologhi costruiti sulla scorta di interviste intorno agli argomenti associati alla vagina - sesso, mestruazioni, parto, violenze, pulizia etnica, ... a partire da domande come: "Se la tua vagina parlasse, cosa direbbe?"; oppure: "Se la tua vagina si vestisse, cosa indosserebbe?";
20.  Il secondo sesso, di Simone de Beauvoir – Il testo del ’49 che passa in rassegna con intelligenza graffiante i ruoli attribuiti dal pensiero maschile alla donna toccando temi tabù come la sessualità, il controllo delle nascite, la prostituzione, l'educazione religiosa, la maternità, … Sul mio scaffale da un po’ di tempo, un libro che voglio leggere assolutamente il prima possibile;
21.  Una stanza tutta per sé, di Woolf Virginia – Il trattato cui ho intitolato una delle sezioni di questo blog, in cui la Woolf, una delle mie scrittrici preferite, affronta il tema “donne e scrittura”. Di grande ispirazione e ottima scrittura;
22.  Una paga da fame. Come (non) si arriva alla fine del mese nel paese più ricco del mondo, di Ehrenreich Barbara – Si tratta dell’esplorazione coraggiosa in prima persona dell’autrice che decide di lasciare la propria casa, rinunciare alle carte di credito e allo status di intellettuale e giornalista, e di cercare lavoro come cameriera, donna delle pulizie, commessa per conoscere in presa diretta l'America dei bassi salari, con le sue storie vita grama di tutti i giorni e gli stratagemmi disperati per sopravvivere;
23.  Contrattacco. La guerra non dichiarata contro le donne, di Faludi SusanÈ il vincitore del National Book Critics Circle award nella sezione saggistica;

24.  Sporche femmine scioviniste. Le donne e l'irresistibile ascesa della Raunch Culture, di Levy Ariel – Si tratta di una denuncia di quella finta liberazione che di fatto riproporre acriticamente miti misogini spacciandoli per femministi.
Ecco, i titoli disponibili in italiano scelti sono questi. Per chi fosse interessato alla lista completa, eccola qui: http://msmagazine.com/blog/blog/2011/10/10/ms-readers-100-best-non-fiction-books-of-all-time-the-top-10-and-the-complete-list/.

L’elenco è stato compilato dai lettori di Ms. Magazine però. Voi che libri scegliereste? Quale testo femminista vi ha colpito particolarmente e avreste voglia di indicare in un’ipotetica lista?

martedì 22 novembre 2011

IL MIO GENERE DI RADIO


Domani, Mercoledì 23 novembre, andrà in onda su WR8, la nuova Web Radio della RAI, una puntata sugli stereotipi di genere all'interno del programma FUORISERIE BLOGGER.

La puntata verrà trasmessa alle ore 00, 06, 12 e 18 e potrete ascoltarla attraverso il player della web radio.

Si parlerà di Vita da streghe e della comunicazione di genere “per donne e uomini libere/i dagli stereotipi”. Sintonizziamoci sulle nostre voci!

domenica 20 novembre 2011

LA PILLOLA DEI 5 GIORNI DOPO


Questo mese è uscito un interessantissimo articolo per Daily wired firmato da Martina Saporiti. Lo riporto integralmente perché è davvero ben fatto e la notizia merita che se ne parli il più possibile:
“Già dai primi mesi del prossimo anno, nelle farmacie italiane potrebbe essere in vendita il farmaco ellaOne, meglio conosciuto come pillola dei 5 giorni dopo. La Commissione Tecnico-Scientifica dell’ Agenzia italiana del farmaco (Aifa), infatti, avrebbe dato il via libera alla commercializzazione e ora si aspetterebbe solo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale - così conferma l'azienda produttrice, Hra Pharma. Il nuovo farmaco rientrerebbe nella fascia C, cioè a carico del cittadino, ma necessiterebbe di prescrizione medica. Inoltre, i medici e le strutture sanitarie potranno prescriverlo solo dopo essersi accertati che la donna non è in gravidanza con un test del sangue.

L’iter burocratico di ellaOne è iniziato lo scorso giugno con l’approvazione del farmaco da parte del Consiglio superiore di sanità (Css). Il Css lo ha giudicato un contraccettivo d’emergenza e non un abortivo, allineandosi al parere espresso dai paesi europei ed extraeuropei in cui la pillola dei 5 giorni dopo è già in commercio. Le donne, infatti, possono già acquistare ellaOne in quasi tutte le nazioni europee e negli Stati Uniti dove, contrariamente all’Italia, non c'è il limite della prescrizione.

Ma come funziona il nuovo farmaco? Quali le differenze con la pillola del giorno dopo e la RU-486? Il principio attivo di ellaOne è l’ ulipristal, appartenente alla categoria degli anti-progestinici: molecole che contrastano l’azione del progesterone, l’ormone indispensabile per creare le condizioni adatte alla fecondazione della cellula uovo e al suo annidamento nell’utero. Se viene assunta entro 5 giorni dal rapporto, la pillola ritarda l’ ovulazione in modo da prevenire la fecondazione della cellula uovo. Se invece l’ovulazione è già avvenuta, poiché l’anti-progestinico ha un effetto prolungato (120 ore), può prevenire anche l’annidamento sulla mucosa uterina di un ovulo già fecondato. L’efficacia dell’ulipristal è stata dimostrata in uno studio pubblicato sul Journal of Obstetrics and Ginecologics, che riporta una percentuale di successo vicina al 98%.

Rispetto alla pillola del giorno dopo, che continueremo a trovare in commercio (per assumerla non serve test di gravidanza) e il cui principio attivo è il levonorgestrel (un progestinico che agisce bloccando l’ovulazione), ellaOne ha un’efficacia più prolungata. La pillola del giorno dopo, infatti, deve essere assunta entro 72 ore dal rapporto (3 giorni) e ha un effetto che copre un arco di sole 24 ore. In entrambi i casi, tuttavia, l’azione dei farmaci non ha nulla a che vedere con la RU-486, che deve invece essere considerata una vera e propria pillola abortiva. Il suo principio attivo, a base dell’anti-progestinico mifepristone, agisce a gravidanza già iniziata: inibisce lo sviluppo embrionale causandone il distacco dalla mucosa uterina.

Dovrebbe essere chiaro, quindi, che la pillola dei 5 giorni dopo non è un farmaco abortivoIn effetti, il Css ha riconosciuto che la pillola è un contraccettivo d’emergenza. Eppure, quando dice che la prescrizione di ellaOne è possibile solo dopo un test di gravidanza che accerti che la donna non sia incinta, sembra contraddirsi. Ecco perché i medici alzano la voce. L’85% dei ginecologi, infatti, si dice contrario al test. “ Anche se hanno principi attivi appartenenti alla stessa categoria molecolare, la pillola dei 5 giorni dopo non agisce come la Ru-486 – spiega Nicola Surico, presidente della Società italiana di ginecologia e ostetricianon è un farmaco abortivo, questo deve essere assolutamente chiaro". " Non si capisce allora il perché della richiesta di un test di gravidanza ematico", continua Surico: " che, oltre a essere un esame invasivo per la donna, può impedirle di assumere il farmaco. Questo tipo di test, infatti, deve essere prescritto da un medico ed eseguito in ospedale, che può dare i risultati anche due, tre giorni dopo le analisi. Ma in questo modo, è evidente, la donna non ha più il tempo utile per prendere il farmaco”.

C’è poi chi è amareggiato per il ritardo dell’Italia all’utilizzo della nuova pillola. “ Resta l’amara considerazione sui tempi con cui l’Italia percorre il cammino dell’introduzione di farmaci ampiamente usati in altri Paesi da anni – afferma la ginecologa Mirella Parachini, membro di direzione dell’Associazione Coscioni e vice-presidente della Fiapacquesto è quello che succede quando ai criteri scientifici si preferiscono quelli ideologici, privi di evidenze e di fondamenti, in barba al contributo che le nuove scoperte hanno sulla salute sessuale e riproduttiva delle donne italiane”.

Fonte Daily wired, 11 novembre 2011

giovedì 17 novembre 2011

UN CAMBIAMENTO "REALE"


Recentemente ho visto sul blog di Ms. Magazine un articolo in cui si legge che i leader dei 16 Stati del Commonwealth si sono riuniti in un summit in Australia e hanno deciso all’unanimità di cambiare le regole per la successione al trono. Il primo ministro britannico David Cameron ha infatti dichiarato: “In futuro, l’ordine di successione sarà determinate solo dall’ordine di nascita”.

Se finora quindi solo il primogenito maschio poteva succedere al genitore alla guida del Paese e una donna poteva diventare regina solo in assenza di fratelli (com’è successo alla regina Elisabetta), a partire dai discendenti del duca e della duchessa di Cambridge (Will e Kate cioè) i maschi e le femmine avranno uguale diritto al trono. “L’idea di fare diventare re il figlio maschio più giovane e non la figlia femmina più vecchia solo perché è maschio […] è incompatibile con la Nazione moderna che siamo diventati”, ha spiegato Cameron.

La BBC ha sottolineato che in passato erano già stati fatti ben 11 tentativi di cambiare questa regola, tutti falliti. Ora si è ottenuta l’unanimità e il passo successivo sarà di convertire questi cambiamenti in legge vera e propria.

Speriamo sia l’inizio di un cambiamento “reale”.

DONNE AL GOVERNO


Ieri è uscito un articolo interessante di Caterina Soffici sul Fatto Quotidiano, e ho pensato di condividerlo con voi:

“MA LE DONNE RESTANO DONNE, di Caterina Soffici

Non è ridicolo che nelle consultazioni si sia incontrata “una rappresentante delle donne”? Siccome fino a stamattina era circolato solo un nome femminile nel totoministri, e i mugugni stavano montando e già in molti condividevano un pensiero semplice ma chiaro, che cioè un governo post Berlusconi senza donne non è una vera rottura ma una sua prosecuzione mascherata, e le donne di Snoq (Se non ora quando?, quelle che avevano portato in piazza un milione di persone il 13 febbraio) protestavano e altre associazioni avanzavano la richiesta di un governo al 50 per cento femminile, allora si è deciso che era nel Monti style consultare anche le donne. Che non si capisce bene cosa significhi, ma tant’è. Come se non si sapesse di cosa hanno bisogno le donne.

Però qualcuno avrà detto: guardi professore che le donne sono importanti. Sono quelle che stanno pagando maggiormente sulla propria pelle il peso di questa
crisi. Si ricorda quell’azienda che licenziava solo le operaie per salvare lo stipendio degli uomini? Ecco, tante altre hanno fatto lo stesso, senza ufficializzarlo. Più della metà delle donne in Italia non lavora e il 50 per cento delle 800 mila che hanno perso il lavoro quest’anno ha smesso di cercarlo. Guardi presidente incaricato che le donne non le possiamo lasciare fuori. Giusto, certo, le donne. Sono importanti, chiamiamole.

Quindi si è annunciato ufficialmente che sarebbe stata convocata a Palazzo Giustiniani anche una rappresentante delle donne (e dei giovani professore, certo, non dimentichiamoci i giovani). La cosa però è ridicola, come se le donne fossero una
categoria. Uno incontra i rappresentanti dei partiti politici, i sindacati, le parti sociali. E le donne. Si possono incontrare i rappresentanti di qualsiasi categoria produttiva italiana, dai commercianti ai taxisti, dai medici di base agli edili, ma è difficile individuare un rappresentante delle donne. Per esempio una donna commerciante chi la rappresenta? È una donna o una commerciante? E una taxista? L’idea è di principio ridicola perché le donne non sono una categoria ma semmai la maggioranza della popolazione italiana.

Ieri si è finalmente scoperto che la convocata è stata la Consigliera nazionale di parità,
Alessandra Servidori, figura istituzionale con pochissimi effettivi poteri (e cronicamente senza fondi), nata nel 2000 con il compito di tutelare le donne dalle discriminazioni sul lavoro e di vigilare sull’applicazione della legge. Ce ne sono anche di regionali e provinciali, anche se pochi ne conoscono l’esistenza. La Servidori è andata a riferire al presidente incaricato le cose che già tutti sappiamo e che Monti sapeva già benissimo da solo (collegato al lavoro, riforma dell’occupazione femminile, e che i servizi alla persona, agli anziani ai bambini e ai non autosufficienti possono essere di grande aiuto alle donne lavoratrici, eccetera ….). Poi è uscita dal colloquio e ha dichiarato: “Non abbiamo la presunzione di rappresentare tutte le donne italiane, ma siamo una rappresentanza istituzionale”. Poi ha ricordato che il momento è difficile e che alle condizioni date “la strada è in salita” e ha dato la solidarietà al governo per il difficile compito.

Siamo ancora davanti al solito equivoco, ridurre la questione femminile a un problema di interventi per le donne. Ci vogliono quelli e sono importanti. Ma bisogna soprattutto rendere
la dignità e il rispetto alle donne italiane, soprattutto dopo che sono state sbeffeggiate da mezzo mondo per il Bunga Bunga e per le veline europee e per le ministre del precedente governo”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, 16 novembre 2011

E oggi, da La Stampa:

"LA SORPRESA "ROSA" DI MONTI: TRE DONNE IN POSIZIONI CHIAVE
Il neo ministro del Lavoro, Politiche Sociali e Pari opportunità, Elsa Fornero
Paola Severino va alla Giustizia, Interni a Annamaria Cancellieri, Welfare nelle mani della Fornero - Così il premier respinge le accuse

di TONIA MASTROBUONI
Roma

La prima della storia repubblicana è stata Tina Anselmi, ministro dell'Andreotti ter, nel 1976. E sappiamo l'impronta che ha lasciato nel Paese: il Servizio sanitario nazionale, la legge sulle Pari opportunità portano anche la sua firma, oltre che la famosa Commissione che negli anni '80 fece luce sul verminaio della P2.

Successivamente sono dovuti passare dieci anni perché la solitaria presenza delle donne al governo raddoppiasse (1987, Jervolino e Bono Parrino), oltretutto in un governo con ben 31 dicasteri. Poi è dovuto trascorrere un altro decennio perché la componente femminile raggiungesse l'incredibile vetta di sei, con il primo governo D'Alema. Dunque, le tre donne che Mario Monti ha scelto per posizioni chiave come giustizia, interni e welfare (con delega alle pari opportunità) non erano affatto scontate.

Dopo i pronostici pessimisti sul governo "monogenere" Mario Monti ha sorpreso tutti, scegliendo tre accademiche dal profilo eccellente, che siedono in tre dicasteri fondamentali - in un governo snello oltretutto, composto di soli sedici ministri - che hanno sicuramente un compito complesso dinanzi a loro. Elsa Fornero dovrà affrontare subito il capitolo spinoso ma imprescindibile della riforma delle pensioni e non è difficile immaginare che i rapporti con la Cgil - l'unico sindacato che la settimana scorsa non ha firmato l'appello congiunto sindacati-imprese per sollecitare un rapido varo del governo Monti - non saranno semplici. E che dunque non sarà facile neanche convincere l'ampia componente del Pd legata al sindacato della Camusso a votare eventuali riforme su pensioni o lavoro in Parlamento.

Come non sarà facile per il neo ministro della Giustizia, Paola Severino, muoversi con la componente più berlusconiana del Pdl pronta a morderle i polpacci a ogni sospetto di voler danneggiare il capo. D'altra parte, potrebbe affrontare con più serenità, senza gli ideologismi della Lega, il problema del sovraffollamento delle carceri. E il Carroccio all'opposizione potrebbe rendere il compito più facile anche alla terza donna al governo, la responsabile degli Interni, Annamaria Cancellieri, se mai volesse mettere mano alla confusa e pessima legislazione sugli immigrati. Per le donne e grazie alle donne questo potrebbe diventare un governo importante".