Ieri
è mancata Nora Ephron. Registra,
sceneggiatrice e saggista, il suo talento è stato tra i più amati degli ultimi
20 anni. Chi non ha visto almeno qualcuno dei suoi film? Si pensi a “Insonnia d'amore” (1993), a “Michael” (1996), a “C'è posta per te” (1998),
a “Julie & Julia” (2009)… Sono tra i titoli più amati in assoluto
dagli spettatori di tutto il mondo e pongono per una volta in primo piano l’esperienza femminile come degna
di attenzione, dimostrando non solo che se ne può parlare e che vale la pena
farlo, ma anche che lo si può fare in modo divertente, intelligente,
provocatorio e di successo.
In
questi 71 anni il suo contributo non solo all’arte e all’intrattenimento, ma
anche alla voce femminile nella cultura internazionale è stato eccezionale.
Laureata
al Wellesley College, ha iniziato a
scrivere del movimento femminista sull’Esquire fin dagli anni ’70 e alla classe
1996 della sua Università ha dichiarato: “Qualunque cosa scegliate, qualunque
strada percorriate, spero sceglierete di non essere delle ‘signore’. Spero
troviate il modo di infrangere le regole e creare un po’ di scompiglio. E spero
anche che alcuni di quegli scompigli scegliate di crearli in favore delle donne”.
In un bell’articolo
che vale la pena di leggere, Lisa Belkin sottolinea tra
i tanti anche uno specifico contributo che Nora Ephron ha lasciato a una
generazione intera. Mi riferisco alla scena di “Harry ti presento Sally” in cui
Meg Ryan finge un orgasmo e in cui nel vederla un’altra donna nello stesso locale
ordina ciò che ha preso lei. È una scena iconica, divertentissima e rivelatrice:
ogni donna che l’ha vista si è riconosciuta e ha sentito rivendicata per sé un’esperienza
della propria sessualità come spesso centrata sulla gratificazione maschile e
al contempo come aspirazione legittima al proprio piacere – entrambi spaccati
che raramente trovano voce nel discorso pubblico. Ma più di ogni altra cosa quella
scena ha detto che il sesso per le donne può essere “qualcosa da celebrare, non
qualcosa di cui vergognarci. Basta fare finta e giocare – a meno che non vi
piaccia così”.
Infine, ci ha lasciato un monito
preziosissimo: “Soprattutto, siate le eroine della vostra vita, non le vittime”.
Fonte: Huffington
Post