Ieri l'interessantissimo blog Telesofia ha
pubblicato un post che condivido con tutto il cuore, e che qui
riporto interamente:
"Ieri sera, nell’edizione delle 20.00 del TG5 (su
Canale5, ovviamente), è andata in onda la registrazione di una telefonata fra
il comandante della capitaneria di porto di Livorno De Falco e il comandante
della Costa Concordia Schettino. Il primo ordinava al secondo di tornare sulla
nave e comunque di mobilitarsi per assicurarsi quale fosse la situazione e che
tutti i passeggeri fossero in salvo, senza venir meno alle proprie
responsabilità. Non c’è dubbio che qui il “buono della situazione” in questa
telefonata sia il comandante della capitaneria di porto. Sopra c’è il video con
la telefonata (anche se il video non è quello del TG5, la telefonata è la
stessa).
Ad un certo punto (intorno a un minuto e quindici nel
filmato) il comandante della capitaneria di porto dice a Schettino che c’è
gente che sta scendendo e quello che gli comanda è: “sale sulla nave e mi dice
quante persone e che cosa hanno a bordo. Chiaro? Mi dice se ci sono bambini,
donne, o persone bisognose di assistenza. E me ne dice il numero di ciascuna di
queste categorie”. Che pugnalata, che tristezza, che rabbia. Le donne inserite
insieme ai bambini e alle persone bisognose di assistenza. Che schifezza. Come
mi sono sentita insultata. Dico “Bambini, uomini o persone bisognose di
assistenza” io? Non direi proprio.
Forse l’espressione fa parte del codice marinaro?
Forse, non lo so. Così anche fosse, sarebbe ora anche passata che venisse
cambiato. E in ogni caso è una cosa che sento ancora e ancora in questo genere
di situazioni: giornalisti e persone varie ripetono la nenia di “donne e
bambini”. Un conto è il caso in cui dicono “donne incinte”, perché
evidentemente si tratta di persone in una situazione delicata e di
vulnerabilità, ma diversamente non è una formulazione che ha ragione di
esistere, ma solo il retaggio di maschilismo e paternalismo. Davvero, se non mi
macchiassi della stessa orribile violenza verbale userei “uomini e bambini” per
far capire quanto degradante è. Sentirlo così di frequente mi fa venire da
piangere, anche per l’impotenza con cui si è costretti a sopportare che venga
perpetuata una simile visione discriminatoria. In quanto obliqua e sottile è
anche più pericolosa. E sentirlo da “un buono” mi dispiace di più. Le
parole hanno un peso. Le parole sono azioni, come bene dimostra questa
situazione".
Bravissima Telesofia, ben detto! Saliamo a bordo del ventunesimo secolo, ca**o!
Fonte: Telesofia
Nessun commento:
Posta un commento