lunedì 25 luglio 2011

A SCUOLA DI SESSISMO


Nel 2006 è uscito “Sessi e sessismo nei testi scolastici. La rappresentazione dei generi nei libri di lettura delle elementari”, un’indagine realizzata dalla dr.ssa Irene Biemmi, ricercatrice TD presso il Dipartimento di Scienze dell'Educazione e dei Processi Culturali e Formativi dell'Università di Firenze, negli anni 1998 – 2001 e pubblicata nel Quaderno n.29 del Consiglio regionale della Toscana, Commissione regionale pari opportunità donna – uomo.
Diamo un’occhiata.
Nei testi di narrativa esaminati, i protagonisti delle storie sono così distribuiti:

Come si vede, le bambine e le donne sono decisamente sotto-rappresentate, e la ratio disattende quella della popolazione reale.
Andiamo più in dettaglio. Ecco il rapporto maschi/femmine nei veri generi letterari insegnati:

E questi personaggi… Che lavoro fanno, di grazia? Partiamo intanto da presupposto che nei libri di testo su 70 protagonisti maschili 49 lavorano, mentre tra le 32 protagoniste femminili, solo 18 di loro lavorano. E che scelta hanno? Beh, non proprio uguale: i maschi hanno a disposizione ben 50 lavori diversi, le femmine solo 15.

Andiamo avanti, facciamoci del male. I protagonisti maschili fanno i seguenti “lavori”:
re, cavaliere, mago, maestro, scudiero, scrittore, dottore, poeta, pescatore, pittore, pirata, , paggio, mozzo, medico di bordo di una nave, meccanico, ombrellaio, nobile, navigatore, scultore, alunno, scienziato, valletto, taglialegna, studioso, sceicco, viaggiatore, presidente di una squadra di calcio, profeta, riparatore di sedie, venditore, barbiere, Babbo Natale, artista, bibliotecario, cantante, boscaiolo, architetto, artigiano, arrotino, giornalista, giocatore di carte, marinaio, geologo, contadino, comandante, capitano di nave, crociato, ferroviere, esploratore, esattore delle tasse.

Ecco invece i “lavori” delle protagoniste femminili:
maestra, strega, maga, scrittrice, Befana, nobile, nutrice, pittrice, attrice, principessa, fata, casalinga, castellana, bibliotecaria, indovina

Evidentemente lavori economicamente svantaggiosi, di carattere prevalentemente domestico e quasi del tutto slegati dalla realtà.
E come sono questi personaggi? I maschi vengono descritti con aggettivi quali:
sicuro, coraggioso, serio, orgoglioso, onesto, ambizioso, minaccioso, pensieroso, concentrato, bruto, avventuroso, autoritario, furioso, generoso, fiero, duro, egoista, iroso, virtuoso, tronfio, saggio, deciso, audace, libero, impudente

Le femmine con aggettivi quali:
antipatica, pettegola, invidiosa, vanitosa, smorfiosa, civetta, altezzosa, affettuosa, apprensiva, angosciata, mortificata, premurosa, paziente, buona, tenera, vergognosa, silenziosa, servizievole, comprensiva, decile, deliziosa, delicata, disperata, ipersensibile, dolce, innocente

Se poi invece soffermiamo la nostra attenzione sulle immagini, i bambini e gli uomini anche visivamente predominano numericamente, e vengono rappresentati in massima parte all’aperto (e se in casa, in soggiorno), impegnati in attività gratificanti, mentre le bambine e le donne vengono rappresentate in spazi chiusi, intente a curare il proprio aspetto, ad accudire bambole (o bambini se adulte) o a fare lavori domestici.
“Nei testi scolastici c’è una tendenza al’immobilismo”, osserva la Biemmi, “nel senso che si propongono contenuti culturali spesso più arretrati delle stesse conquiste legislative del paese, della stessa mentalità corrente, del senso comune. Questo vale anche per il modelli di maschio e femmina che sono fortemente stereotipati e mostrano immagini di uomini e donne irrealistiche e ormai superate nella realtà. Si nota soprattutto una discrepanza fra il mondo femminile mostrato nei libri, che ruota attorno ad attività domestiche e alla cura dei figli, e il mondo reale delle donne che per la maggioranza lavorano fuori casa”.
Fonte: "Ancora dalla parte delle bambine", di Loredana Lipperini, Feltrinelli ed.

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