venerdì 30 dicembre 2011

IL FUTURO DEL FEMMINISMO


Quest’anno Scott Adams, il vignettista che disegna il personaggio che vedete nell’immagine qui sopra, ha dichiarato: “La verità è che le donne vengono trattate in modo diverso dalla società per la stessa ragione per cui vengono trattati in modo diverso gli handicappati mentali e i bambini. È più facile per tutti. Non ci si mette a discutere con un bambino di quattro anni sul motivo per cui non dovrebbe mangiare caramelle per cena. Non si dà un pugno a un ragazzo mentalmente handicappato, anche se ti ha colpito prima lui. E non ci si mette a discutere quando una donna ti dice che guadagna solo 80 centesimi per ogni dollaro che guadagni tu. È meno faticoso. Risparmi le tue energie per battaglie più importanti".

Sì, quest’anno che sta per chiudersi ci ha regalato perle come questa, e sappiamo tutte che non è l’unica dichiarazione assurdamente sessista che sia stata fatta.

Ma quest’anno sta per finire, e con l'anno nuovo si pensa al futuro, ai progetti, alle aspirazioni, a ciò che ci aspetta. Ci si pensa personalmente, ma anche a livello globale, e personalmente in questi giorni ci ho pensato anche rispetto al tema delle donne. Non sono l'unica comunque pare, perché su Twitter si è tenuta una sorta di tavola rotonda sul futuro del femminismo condotta da Abigail L. Collazo e www.Fem2pt0.com.
Essenzialmente sono emersi due punti importanti. Il primo è che la nuova generazione di femministe non intende focalizzarsi su una singola tematica ma, anche a rischio di essere dispersiva, pone come comprimari il diritto di vedersi riconosciuta la libertà di scelta riproduttiva, di essere pagate quanto gli uomini per lo stesso lavoro (Adams, fattene una ragione), di essere appropriatamente presenti nelle posizioni manageriali e nella rappresentanza politica, così come nel mondo della cultura contemporanea, e di vivere libere dallo spettro della violenza. Il diritto di essere persone, insomma - al pari di tutti gli altri, al pari degli uomini.
Non c’è una singola questione di punta quindi: il punto è proprio che è necessario una avanzamento globale, complessivo in cui un tema non va a discapito di un altro, ma anzi contribuisce a spostare l’asse del discorso in modo che consenta anche alle altre questioni di procedere verso un migliore equilibrio di giustizia e parità tra i sessi.
Il secondo punto riguarda la necessità, perché questo sia possibile, di organizzarsi in modo che contenuto e processo coincidano. Cioè, se vogliamo portare avanti tutti i nostri diritti e non solo uno di punta, dobbiamo pensarci come tutte (e tutti) coinvolti in un impegno quotidiano, e non demandare a una singola leader il compito di portare avanti la battaglia per noi. Certo, una figura carismatica può essere fondamentale per incidere in modo sia diretto che indiretto (come fonte di ispirazione e modello) su ciascuno di questi temi, ma l’impatto fondamentale lo possiamo avere noi.
Come? Incoraggiandoci l’un l’altra, promuovendo la rappresentanza femminile nelle posizioni di potere, rispondendo al sessismo, rifiutando le dinamiche di rivalità reciproca imposte dal patriarcato, informandoci sui nostri diritti, e in molti altri modi quotidiani e concreti. Il punto è che dobbiamo fare noi il primo passo, anche quando ci accorgiamo che le donne intorno a noi stanno cadendo nella trappola di quella rivalità e acidità reciproca tanto amata dal patriarcato. Iniziamo noi a mostrare attivamente che rifiutiamo questo squallido schema che ci indebolisce e che conferma i peggiori stereotipi sulle donne.
E per favore, non consideriamo le uscite tra amiche come il piano B di quando abbiamo litigato col fidanzato. L'amicizia tra donne non è un tappabuchi, un premio di consolazione in assenza di meglio, da abbandonare appena si intravede un uomo. Può essere la nostra più grande risorsa.
Per l'anno nuovo insomma, la voce dell'attivismo contemporaneo ci invita a sostenerci a vicenda, in modo che insieme possiamo sollevare tutte le questioni che, come donne, ci stanno a cuore. Questo è il futuro del femminismo, e può cominciare oggi.

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