giovedì 14 aprile 2011

SE LO SMALTO RENDE GAY


In questi giorni, il noto marchio di vestiti e accessori J. Crew ha pubblicato nell’ultimo catalogo della linea una sezione intitolata “Sabato con Jenna”, che rappresenta Jenna Lione, presidente e direttrice creativa della compagnia, con suo figlio mentre ridono amorevolmente insieme. È una bella fotografia, solare, affettuosa, ludica. Eppure, questa immagine ha infiammato l’opinione pubblica americana, in particolare della destra conservatrice, che ha evidenziato come nell’immagine il piccolo Beckett, un maschietto, portava ai piedi – scandalo! - uno smalto per le unghie di colore rosa shocking (il prodotto è ovviamente della J. Crew). E “shocking”, shoccante, è stato letteralmente, per chi ritiene che portare lo smalto (o anche solo vedere che qualcuno porta lo smalto) determini (forse per osmosi?) l’identità sessuale di una persona, o il suo orientamento sessuale, e per chi non sa distinguere tra le due, e pensa che una versione sia giusta e sana, e l’altra sia sbagliata e sporca. Scioccante per me, sinceramente, è stato prendere atto di questa polemica all’alba del ventunesimo secolo (forse perché portare i pantaloni non mi ha ancora reso lesbica). Sarà perché J.Crew è una delle marche preferite da Michelle Obama, ma subito la rete televisiva FOX si è lanciata in una crociata contro la “propaganda liberal di identità trans gender e filo-omosessuale”, mobilitando anche lo psichiatra Keith Ablow, che ha suggerito alla Lione (anzi, a Jenna, come la ha paternalisticamente chiamata) di cominciare e risparmiare per la terapia del figlio e di chi lo ha visto (sic).

Ora, urge un chiarimento proprio di base (forse il “dr." Ablow dovrebbe fare un ripassino). Possiamo definire l’”organizzazione psicosessuale” (o identità psicosessuale) come la dimensione soggettiva del proprio essere sessuati. Si tratta di un costrutto multidimensionale costituito, in una prospettiva biologica, psicologica e sociale, da quattro distinte componenti:
- sesso biologico: ovvero l’appartenenza biologica al sesso maschile o femminile determinata dai cromosomi sessuali;
- identità di genere: ovvero l’identificazione primaria della persona come maschio o femmina;
- ruolo di genere: ovvero l’adesione ai prototipi di genere, all’insieme di aspettative rispetto a come gli uomini e le donne si debbano comportare in una data cultura e in un dato periodo storico;
- orientamento sessuale: ovvero l’attrazione erotica ed affettiva per i membri del sesso opposto, dello stesso sesso o entrambi
Ora, rispetto al ruolo di genere - perché è di questa mutevole, complessa, e variegata dimensione che stiamo parlando qui, non di identità, non di orientamento - possedere in sé sia aspetti che in una certa cultura sono riconoscibili come prototipici di un genere che dell’altro è un dato positivo di buon adattamento relazionale che spesso contraddistingue le persone socialmente competenti, e non ha nulla a vedere con, né va confusa scorrettamente con l’organizzazione sessuale nella sua globalità.

E se il ragazzino diventasse poi gay? O transgender? Bene, buon per lui, spero che nella vita debba subire sempre meno le crociate di bigotti ottusi armati di acetone. In ogni caso, ciò non sarà determinato dallo smalto, o dal suo colore.
Una volta a Frank Zappa hanno detto: “Certo che lei, a giudicare dai capelli lunghi, sembra una donna”, al che lui ha risposto: “Certo che lei, a giudicare dalla gamba di legno, sembra un tavolino”.

Un'ultima, splendida traccia, prima di chiudere. Il pregnate e divertentissimo commento di tutta la redazione del Daily Show di Jon Stewart. Chapeau!

The Daily Show With Jon StewartMon - Thurs 11p / 10c
This Little Piggy - Gender Identity Situation
www.thedailyshow.com
Daily Show Full EpisodesPolitical Humor & Satire BlogThe Daily Show on Facebook

Nessun commento:

Posta un commento