lunedì 12 settembre 2011

PARI OPPORTUNITÀ? UN MINISTERO INUTILE

Qualche giorno fa ho letto sul sito di La politica italiana che il deputato del Pdl Giancarlo Lehner ha offerto il suo personale suggerimento per il miglioramento della situazione economica italiana. Fare pagare l’ICI alle attività commerciali del Vaticano? No. Ripristinare il taglio del 50% dell'indennità dei parlamentari? No.
No, Lehner piuttosto suggerisce a Berlusconi di “abolire i ministeri tanto velleitari quanto inutilmente costosi, vedi le vanesie pari opportunità”.
Certo, perché in termini di pari opportunità l’Italia va così bene che se lo può permettere. Infatti l’ultima classifica sul Gender Gap del World Economic Forum, lo studio che misura il divario di genere in termini di opportunità, vede l’Italia scendere al settantaquattresimo posto su 134 Stati, ovvero tra gli ultimi Paesi in Europa e peggio, ad esempio, del Malawi e del Ghana, a un passo dall'Angola e dal Bangladesh.
Ma su cosa si basa l'indice del Wef? Viene stabilito sulla base della misurazione di quattro variabili:
1.      partecipazione e opportunità economica delle donne;
2.      l'accesso all'educazione;
3.      differenze tra uomo e donna in termini di salute e di aspettative di vita;
4.      accesso delle donne al potere politico.

Come ci posizioniamo noi esattamente?
1.      partecipazione e opportunità economica delle donne: 97esima posizione;
2.      l'accesso all'educazione: non male, qui siamo alla 49esima posizione – peccato che poi non si traduca in reddito (vedi punto precedente);
3.      differenze in termini di salute e di aspettative di vita: 95esima posizione;
4.      accesso femminile al potere politico: 54esima.

E complessivamente? Noi che ci scandalizziamo tanto per il trattamento delle donne in Cina, ad esempio, forse dovremmo fare un inchino, perché la Cina è 61esima, e noi italiani, lo ripeto 74esimi! La classifica tra l’altro viene misurata a prescindere dal livello globale di risorse, sulla base del solo criterio di distribuzione di risorse e opportunità tra uomini e donne.

Un peggioramento rispetto all’anno scorso: Nella classifica 2010 guidata da Islanda, Norvegia, Finlandia e Svezia”, spiegava La Repubblica quando è uscito il rapporto, “l'Italia (che nel 2007 era risultata persino 84esima nella classifica globale) è superata anche da numerosi Paesi in via di sviluppo come il Mozambico (22esimo) o il Botswana (62), mentre tra i Paesi ad alto reddito, solo una manciata registra risultati più bassi dell'Italia. Tra questi Malta (83), Giappone (94) e Arabia Saudita (129)”.

Insomma, quello delle pari opportunità sarà forse sì un ministero inutile, ma perché non funziona, non perché non ce ne sia bisogno.

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